La Storia

L’Istituto Comprensivo “Teodoro Gaza” nasce nel 1996. La scuola elementare e materna, prima di tale anno, appartenevano giuridicamente alla Direzione didattica di Torre Orsaia; la scuola media veniva istituita già nel lontano 1963 andando a sostituire la scuola di avviamento professionale presente sul territorio. Il collegio congiunto dei tre gradi di scuola decideva di conservare il nome “Teodoro Gaza”, con cui già veniva riconosciuta la scuola media, in ricordo dell’umanista nato a Tessalonica nel 1398 e deceduto a San Giovanni a Piro nel 1475. Il paese si sviluppa in epoca medioevale. Il primo nucleo si espande intorno all’Abbazia di San Giovanni Battista edificata dai monaci basiliani italogreci e perno dello sviluppo religioso, culturale ed economico del territorio.

È proprio grazie a Teodoro Gaza, uomo di scienza e insigne letterato, arrivato a S. Giovanni a Piro nel 1462, che l’Abbazia viene dotata di un nuovo assetto e di nuove normative (gli Statuti del Gaza). Dipendevano dall’abbazia basiliana la chiesa di S. Pietro Apostolo e il Santuario mariano di Pietrasanta, oggi riconosciuto basilica minore. Teodoro Gaza, durante il suo mandato, viaggiò molto ma trascorse l’ultimo periodo della sua vita, dice il Palazzo, “nella verde oasi e nel mistico silenzio delle sacre mura che lo avevano accolto e confortato dopo il suo lungo peregrinare”. Egli è stato seppellito nella chiesa del Cenobio di S. Giovanni Battista, come attesta una lapide di marmo, ora conservata nella Chiesa di San Pietro Apostolo. Il Cirelli, autore del “Regno delle due Sicilie descritto ed illustrato” a proposito degli “uomini distinti” cita “Primo tra tutti per tempo e per sapere (…) Teodoro Gaza, uomo di greca eccellenza, di cui tutti sanno”. I cittadini di S. Giovanni a Piro, ad imperitura memoria, gli hanno intitolato, oltre alla scuola media statale, una via ed una piazza nei pressi della chiesa parrocchiale di S. Pietro Apostolo. Il paese è stato sempre caratterizzato da un’economia prevalentemente agricola o dedita all’artigianato. Dal punto di vista geografico, San Giovanni a Piro, situato a 450 m. slm, si affaccia sul golfo di Policastro collocandosi armoniosamente fra il Monte Bulgheria e la frazione di Scario, cittadina solare che annovera fra le sue risorse economiche la pesca ed il turismo. La frazione marina di San Giovanni a Piro vanta spiaggette e grotte incantevoli, incastonate tra montagna e mare. Lungo la Costa della Masseta, la Grotta della Molara ha riportato alla luce diversi reperti archeologici, in particolare la mandibola di un bambino vissuto nell’epoca neandertaliana. Scario, che nell’estate del 44 a.C. ospitò le vacanze di Marco Tullio Cicerone, era famosa per la pesca e la preparazione del garum, la prelibata salsa di pesce di cui i romani erano ghiotti. L’abitato del borgo  assunse  l’aspetto attuale verso la fine del XVIII secolo grazie alle famiglie nobili di San Giovanni a Piro, soprattutto i Conti Carafa, che vi costruirono una dimora estiva, detta la “casa contesca”. Da ammirare la Chiesa di Sant’Anna e la Chiesa dell’Immacolata, che dal 1846 conserva una statuetta della Madonna donata da un capitano di vascello scampato a un naufragio. Non va dimenticata la frazione di Bosco resa famosa dai moti rivoluzionari del 1828 (fu completamente distrutta dalle truppe di Francesco I di Borbone per aver ospitato uno dei protagonisti dei sanguinosi moti insurrezionali dell’epoca pre-risorgimentale), dalla presenza di casa Ortega (dove ha vissuto il famoso pittore spagnolo) e dalla Casa Museo a lui dedicata, edificio sito in Piazza Santa Rosalia, un tempo adibito ad istituto scolastico e poi riconvertito in sala museale dove è possibile ripercorrere la missione sociale e artistica del pittore attraverso le dieci litografie de “Il Decalogo della Democrazia” e i pannelli in cartapesta che toccano i temi della guerra civile e della libertà. La frazione di Bosco può esibire i ruderi di un cenobio basiliano anticamente dedicato al culto di San Nicola. Oltre ai resti della Badia del 1200, caratteristici sono anche il centro antico e le Cappelle di San Rocco e della Madonna del Carmine. In merito al Comune di Caselle in Pittari secondo alcuni  studiosi  il toponimo, di chiara derivazione latino-medievale, significherebbe, letteralmente, “piccole case sul monte pietroso”, ad indicare le prime, antiche abitazioni indigene costruite sul Monte Pittari. Un primo abitato indigeno, di notevole funzione strategica, risalente al VII-VI a.C. sorse, pare, sul monte San Michele, a Sud dell’odierna Caselle, a guardia della carovaniera antica via del sale che, in epoca arcaica, si snodava lungo il corso del Bussento e univa il Vallo di Diano con il Golfo di Policastro. È probabile che a sud ovest dell’attuale Caselle, più o meno all’altezza di Laurelli, sorse il secondo abitato della zona, certamente lucano. Nella località Laurelli scavi recenti hanno messo in luce un’area di notevole interesse archeologico, con numerosi reperti di età romana e una necropoli lucana. Altri studiosi ritengono invece che Caselle fu fondata dagli abitanti della costa di Policastro, alla ricerca di una zona montuosa meno accessibile ai pirati provenienti dal mare. Con le prime invasioni barbariche i contadini di Laurelli dovettero abbandonare la loro sede, facilmente visibile ed attaccabile e cercare rifugio su di un’altura nascosta dal monte S. Michele e dal monte Pannello; questa costituì il nuovo e definitivo sito per i contadini ed i pastori della zona. Sui territori comunali trovano posto i tre ordini di scuola dell’obbligo, distribuite, a seconda della richiesta e delle possibilità logistiche, tra le frazioni ed i capoluoghi. L’utenza della scuola primaria e secondaria di primo grado di Caselle in Pittari è costituita anche da alunni provenienti dal comune di Morigerati e dalla sua frazione Sicilì; allo stesso modo confluiscono nella scuola secondaria di primo grado i ragazzi del comune di Tortorella. Un maggiore flusso è pero esistente tra l’intero territorio dell’istituto e le vicine sedi delle scuole di ordine superiore: Sapri, Torre Orsaia, Maratea. Nella trattativa culturale e formativa avviata hanno un ruolo fondamentale i sistemi di comunicazione che l’istituto può utilizzare, sia tradizionali che innovativi (il sito WEB). La creazione di un unico Istituto ha assicurato e garantito la continuità educativa e didattica tra i vari ordini di scuola e ha permesso una trasversalità dei progetti formativi, promuovendo e rafforzando il senso di appartenenza degli alunni e dei docenti a un unico progetto, caratterizzato dall’integrazione con il territorio di appartenenza e da una visione della scuola come luogo “unico” e condiviso in una lettura “dinamica” dell’istruzione, intesa come percorso di sviluppo personale nonché come processo di acquisizione di competenze in chiave diacronica.

 

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